martedì 14 giugno 2016

GRAMIGNA

Ho imparato ad amare questa erba nel tempo, allontanandomi dai luoghi comuni a lei dedicati che la vedono infestante, come la peste per campi, orti e giardini, e a dare attenzione alla grande vitalità che mostra. Mi sono impegnata con tutta me stessa (pesticidi a parte ovviamente) per far sì che non si ripresentasse nel mio giardino e lei, puntuale come un orologio svizzero, è sempre tornata! Così ho ceduto ad interessarmi a lei, ad osservarla e a studiarne il comportamento.
 Quello che la rende così tenace sono: la sua radice, il suo modo di propagarsi in superficie e anche i suoi semi. La sua radice è rizomatosa e molto lunga, arriva anche ai due metri di profondità, su tutta la superficie si possono attivare dei nuovi getti quindi cercando di estirparla si può rompere dandole così modo di creare nuove piantine; in superficie il modo di propagarsi consiste nello strisciare da parte dei suoi steli che, provvisti di nodi lungo lo stelo, toccando terra ogni singolo nodo mette radici, è questo l'aspetto che mi affascina di più di questa pianta; i suoi semi, infine, sono altrettanto tenaci, in assenza di condizioni favorevoli per germogliare possono restare vitali anche per più di quattro anni! E chi la fa sparire più dalla faccia della terra questa qui!? Mi sembra uno di quei supereroi che più lo prendi a pugni  più si rialza per arrivare a vincere sempre. Non c'è che dire è ben attrezzata per la conservazione della specie.
Ora questa erba così mal vista dai coltivatori ha molti estimatori tra chi crede nell'utilizzo delle erbe, la sua azione è diuretica, depurativa, rinfrescante, antinfiammatoria. Può essere anche mangiata! Le foglioline tenere si possono usare fresche in insalata, i germogli bianchi e teneri bolliti e conditi, ma in tempi passati veniva anche tostata e ridotta in polvere per essere usata sia per la panificazione assieme ad altre farine che come succedaneo del caffè! Mia mamma infatti mi raccontava che in tempo di guerra la utilizzava proprio al posto del caffè.

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