Il principe delle erbe aromatiche ROSMARINO
TARASSACO Dente di leone
Quando si va in campagna, in primavera inoltrata o in estate, è quasi impossibile non venire attirati dai soffioni del tarassaco tanto amati dai bambini, e perché no, anche dai grandi! Ancora oggi mi piace raccoglierli, soffiarci sopra e poi stare a guardare i minuscoli ombrellini volare via! Sì, è una di quelle cose che mi fanno tornare bambina, ma anche una tra le tante che mi fanno amare questa erba spontanea molto ricca!
Dai Nativi Americani
“Gli anziani Dakota erano saggi.
Sapevano che il cuore di ogni essere umano che si allontana dalla natura si inasprisce.
Sapevano che la mancanza di profondo rispetto per gli esseri viventi
e per tutto ciò che cresce,
conduce in fretta alla mancanza di rispetto per gli uomini.
Storie di alberi ONTANO
Trovo l'ontano un albero magico,
capace di creare, dove cresce, dei
paesaggi da incanto. Non faccio fatica a pensare come, nel tempo,
si siano create leggende, favole e
storie su di esso.
Storie di alberi Quercia
In un bosco incantato dove il tempo sembrava essersi fermato, viveva una quercia centenaria, e si favoleggiava che questa quercia maestosa parlasse ai bambini.
Un giorno di primavera, una scolaresca si era recata proprio in quel bellissimo bosco per una gita. Un bambino un po’ timido dai grandi occhi castani, che alle volte amava stare un po’ in disparte per isolarsi dai compagni ed ammirare le bellezze della natura, decise di addentrarsi nel bosco, spinto dalla sua insaziabile curiosità e rapito dalle meraviglie di quel luogo incantato.
C'è un grande pioppo a circa un km. e mezzo da casa mia, lo incontro ogni volta che percorro una strada di campagna che gli corre vicino, sempre nel passargli accanto, a piedi o in macchina, gli rendo omaggio, con un pensiero o con un abbraccio ideale, per l'altezza e la stabilità che si è conquistato nel tempo, credo con molta tenacia.
Vengono chiamate alimurgiche le piante spontanee che riescono a sfamare l'uomo in periodi di carestia, il termine è stato coniato per la prima volta dal medico botanico fiorentino Giovanni Targioni Tozzetti nel 1767, tre anni dopo la grave carestia del 1764, pubblicando l'opera "Alimurgia, o sia Modo di render meno gravi le carestie" dove indicava possibili soluzioni alimentari alternative a quelle ottenute dalle pratiche agricole. In seguito, verso i primi del '900, fu coniato il termine fitoalimurgico che ancora oggi indica lo studio delle piante a scopo gastronomico; il termine deriva da tre vocaboli greci, phyton = pianta, alimos = che toglie la fame ed ergon = lavoro, attività.
Un albero era nato, non si sa come,
in un angusto cortile presso una brutta
via affollata di vecchie case.
Quel povero albero s'era levato dritto dritto
sul magro stelo cinereo, con evidente sforzo,
con evidente pena, quasi angosciato nel
desiderio di vedere il sole e l'aria libera, dalla
paura di non avere in sé tanto rigoglio e
arrivare oltre i tetti delle case che lo
circondavano. E c'era arrivato!
Ho imparato ad amare questa erba nel tempo, allontanandomi dai luoghi comuni a lei dedicati che la vedono infestante, come la peste per campi, orti e giardini, e a dare attenzione alla grande vitalità che mostra. Mi sono impegnata con tutta me stessa (pesticidi a parte ovviamente) per far sì che non si ripresentasse nel mio giardino e lei, puntuale come un orologio svizzero, è sempre tornata! Così ho ceduto ad interessarmi a lei, ad osservarla e a studiarne il comportamento.
in da poco più che adolescente, verso i 15-16 anni, ho iniziato ad acquistare libri sulle erbe che sono riusciti ad arrivare ad oggi nonostante due traslochi, un allagamento, il tempo e due figlie, una delle quali, da piccolina, amava giocare proprio con i miei libri di erbe. Nel corso degli anni li ho sfogliarli per leggerli, per studiarli o semplicemente per rilassarmi guardando le figure, da loro ho appreso della teoria dei segni o delle segnature (teoria di cui vi ho già parlato) che ho data sempre per scontata senza esserne un granché attenta! Fintanto che un pomeriggio di fine inverno vado nei vicini Colli Euganei
L'ABETE E IL ROVO (Esopo)
L'abete e il rovo discutono animatamente tra loro,
l'abete, lodandosi, dice:
“Sono alto, sono bello, sono grande,
sono utile per i tetti dei templi e per le navi.
Come ti permetti di competere con me?”
Il rovo gli risponde:
“Se tu avessi memoria delle scuri e delle
seghe che ti spezzano, forse anche tu
preferiresti essere un rovo!”
Ci sono delle erbe che hanno la capacità di mandarmi indietro nel tempo, di farmi tornare con la memoria a quando ero bambina, l'enotera è una di queste. E' una pianta che si può trovare lungo le strade di campagna, nei fossati, è alta circa un metro, forse più, fa parte delle piante selvatiche mangerecce, ha proprietà benefiche, l'olio che se ne ricava è un ottimo antirughe, ma per me la sua caratteristica principale sono i fiori gialli, profumati che si aprono la sera, ed è proprio questa la particolarità che mi riporta all'infanzia!
Trovo l'ontano un albero magico,
capace di creare, dove cresce, dei
paesaggi da incanto. Non faccio fatica a pensare come, nel tempo,
si siano create leggende, favole e
storie su di esso.
Storie di alberi Quercia
In un bosco incantato dove il tempo sembrava essersi fermato, viveva una quercia centenaria, e si favoleggiava che questa quercia maestosa parlasse ai bambini.
Un giorno di primavera, una scolaresca si era recata proprio in quel bellissimo bosco per una gita. Un bambino un po’ timido dai grandi occhi castani, che alle volte amava stare un po’ in disparte per isolarsi dai compagni ed ammirare le bellezze della natura, decise di addentrarsi nel bosco, spinto dalla sua insaziabile curiosità e rapito dalle meraviglie di quel luogo incantato.
C'è un grande pioppo a circa un km. e mezzo da casa mia, lo incontro ogni volta che percorro una strada di campagna che gli corre vicino, sempre nel passargli accanto, a piedi o in macchina, gli rendo omaggio, con un pensiero o con un abbraccio ideale, per l'altezza e la stabilità che si è conquistato nel tempo, credo con molta tenacia.
Vengono chiamate alimurgiche le piante spontanee che riescono a sfamare l'uomo in periodi di carestia, il termine è stato coniato per la prima volta dal medico botanico fiorentino Giovanni Targioni Tozzetti nel 1767, tre anni dopo la grave carestia del 1764, pubblicando l'opera "Alimurgia, o sia Modo di render meno gravi le carestie" dove indicava possibili soluzioni alimentari alternative a quelle ottenute dalle pratiche agricole. In seguito, verso i primi del '900, fu coniato il termine fitoalimurgico che ancora oggi indica lo studio delle piante a scopo gastronomico; il termine deriva da tre vocaboli greci, phyton = pianta, alimos = che toglie la fame ed ergon = lavoro, attività.
Un albero era nato, non si sa come,
in un angusto cortile presso una brutta
via affollata di vecchie case.
Quel povero albero s'era levato dritto dritto
sul magro stelo cinereo, con evidente sforzo,
con evidente pena, quasi angosciato nel
desiderio di vedere il sole e l'aria libera, dalla
paura di non avere in sé tanto rigoglio e
arrivare oltre i tetti delle case che lo
circondavano. E c'era arrivato!
Ho imparato ad amare questa erba nel tempo, allontanandomi dai luoghi comuni a lei dedicati che la vedono infestante, come la peste per campi, orti e giardini, e a dare attenzione alla grande vitalità che mostra. Mi sono impegnata con tutta me stessa (pesticidi a parte ovviamente) per far sì che non si ripresentasse nel mio giardino e lei, puntuale come un orologio svizzero, è sempre tornata! Così ho ceduto ad interessarmi a lei, ad osservarla e a studiarne il comportamento.
in da poco più che adolescente, verso i 15-16 anni, ho iniziato ad acquistare libri sulle erbe che sono riusciti ad arrivare ad oggi nonostante due traslochi, un allagamento, il tempo e due figlie, una delle quali, da piccolina, amava giocare proprio con i miei libri di erbe. Nel corso degli anni li ho sfogliarli per leggerli, per studiarli o semplicemente per rilassarmi guardando le figure, da loro ho appreso della teoria dei segni o delle segnature (teoria di cui vi ho già parlato) che ho data sempre per scontata senza esserne un granché attenta! Fintanto che un pomeriggio di fine inverno vado nei vicini Colli Euganei
L'ABETE E IL ROVO (Esopo)
L'abete e il rovo discutono animatamente tra loro,
l'abete, lodandosi, dice:
“Sono alto, sono bello, sono grande,
sono utile per i tetti dei templi e per le navi.
Come ti permetti di competere con me?”
Il rovo gli risponde:
“Se tu avessi memoria delle scuri e delle
seghe che ti spezzano, forse anche tu
preferiresti essere un rovo!”
Ci sono delle erbe che hanno la capacità di mandarmi indietro nel tempo, di farmi tornare con la memoria a quando ero bambina, l'enotera è una di queste. E' una pianta che si può trovare lungo le strade di campagna, nei fossati, è alta circa un metro, forse più, fa parte delle piante selvatiche mangerecce, ha proprietà benefiche, l'olio che se ne ricava è un ottimo antirughe, ma per me la sua caratteristica principale sono i fiori gialli, profumati che si aprono la sera, ed è proprio questa la particolarità che mi riporta all'infanzia!
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