martedì 25 ottobre 2016

L'ALCHECHENGIO

Ogni stagione veste il bosco di particolarità sempre da scoprire. Nella stagione che stiamo vivendo, l'autunno, alcuni alberi hanno già perso le foglie dando la possibilità di vedere o intravvedere aspetti del sottobosco che prima non si coglievano; altri hanno tinto le foglie di giallo o di rosso mettendo in risalto così il verde intenso degli arbusti o dei cespugli, come il rusco, che invece mantengono il loro colore; nei punti più ombrosi del terreno, delle rocce e nel lato nord degli alberi più vecchi il muschio, con l'aiuto delle piogge e delle nebbie mattutine è tornato ad essere bello “polposo”; i sentieri tra i castagni sono pieni di ricci; qua e là ai bordi del bosco, tra le erbe e le sterpaglie, gli ultimi fiori della carota selvatica assieme a quelli della cicoria selvatica, mentre risaltano dei punti di colore rosso-arancione, dei gruppi di piccoli “lampioncini” arancioni come piccole lanternine cinesi! Sono gli alchechengi che si stanno avviando a fine maturazione.

L'alchechengio è una pianta erbacea perenne della famiglia delle solanacee, è abbastanza frequente nei boschi di latifoglie, lungo terreni incolti ma anche a ridosso dei vigneti ed è di facile coltivazione nei giardini, dove ovviamente è di richiamo per la sua forma. Il frutto, una piccola bacca arancione, si trova all'interno del leggero involucro è l'unica parte commestibile della pianta ed è un'ottima fonte di vitamina C. Oltre alla vitamina C contiene acido citrico, acido malico, carotenoidi, tannino. Già nell'antichità era presente nei testi medici cinesi, arabi, greci, indiani e addirittura inca, molto utilizzato nella medicina Unani (medicina medio-orientale), specie polverizzato, e in erboristeria, ha spiccata azione diuretica, è depurativo, rinfrescante, antiossidante.



Può essere consumato fresco, ma è veramente goloso, rivoltando all'indietro l'involucro e mettendo in evidenza la bacca, ricoperto di cioccolato fondente. Può diventare anche un ottimo elemento di decorazione per dolci e dessert, vi posso assicurare molto di effetto.






In inverno, dopo che l'involucro si è disidratato, si presenta come una sorta di merletto che avvolge il frutto. La visione che dà è molto, molto suggestiva ed evoca storie e leggende del Piccolo Popolo.

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