Ogni
stagione veste il bosco di particolarità sempre da scoprire. Nella
stagione che stiamo vivendo, l'autunno, alcuni alberi hanno già
perso le foglie dando la possibilità di vedere o intravvedere
aspetti del sottobosco che prima non si coglievano; altri hanno tinto
le foglie di giallo o di rosso mettendo in risalto così il verde
intenso degli arbusti o dei cespugli, come il rusco, che invece
mantengono il loro colore; nei punti più ombrosi del terreno, delle
rocce e nel lato nord degli alberi più vecchi il muschio, con
l'aiuto delle piogge e delle nebbie mattutine è tornato ad essere
bello “polposo”; i sentieri tra i castagni sono pieni di ricci;
qua e là ai bordi del bosco, tra le erbe e le sterpaglie, gli ultimi
fiori della carota selvatica assieme a quelli della cicoria
selvatica, mentre risaltano dei punti di colore rosso-arancione, dei
gruppi di piccoli “lampioncini” arancioni come piccole lanternine
cinesi! Sono gli alchechengi che si stanno avviando a fine
maturazione.
L'alchechengio è una pianta erbacea perenne della famiglia delle solanacee, è
abbastanza frequente nei boschi di latifoglie, lungo terreni incolti
ma anche a ridosso dei vigneti ed è di facile coltivazione nei
giardini, dove ovviamente è di richiamo per la sua forma. Il frutto,
una piccola bacca arancione, si trova all'interno del leggero
involucro è l'unica parte commestibile della pianta ed è un'ottima
fonte di vitamina C. Oltre alla vitamina C contiene acido citrico,
acido malico, carotenoidi, tannino. Già nell'antichità era presente
nei testi medici cinesi, arabi, greci, indiani e addirittura inca,
molto utilizzato nella medicina Unani (medicina medio-orientale),
specie polverizzato, e in erboristeria, ha spiccata azione diuretica,
è depurativo, rinfrescante, antiossidante.
Può essere consumato fresco, ma è veramente goloso, rivoltando all'indietro l'involucro e mettendo in evidenza la bacca, ricoperto di cioccolato fondente. Può diventare anche un ottimo elemento di decorazione per dolci e dessert, vi posso assicurare molto di effetto.
In inverno, dopo che l'involucro si è disidratato, si presenta come una sorta di merletto che avvolge il frutto. La visione che dà è molto, molto suggestiva ed evoca storie e leggende del Piccolo Popolo.
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